casa di formazione - navacchio
Anche se non è stata Casa Generalizia, dal 1927
fino al 1976, quando fu eletta Madre Giuliana Miccoli, che trasferì
a Brindisi il governo centrale, Navacchio è sempre stata, per motivi
vari, sede della Superiora Generale e, dal 1933 in poi, anche del Noviziato
e, di conseguenza, degli avvenimenti più importanti della vita
della Congregazione.
Da vere discepole di Cristo, senza sacco, senza bisaccia, e senza sapere
neppure dove alloggiare, Madre Agnese Poto e alcune giovanissime consorelle,
giunsero a Navacchio dopo un viaggio lungo e faticoso, il 4 Novembre del
1927, e furono ospitate nella canonica del Parroco Don Francesco Bartalini
fino a quando i cinque vani presi in affitto, non furono arredati con
i mobili indispensabili offerti dai benefattori, che le accolsero con
benevolenza, come un dono del cielo.
In quell’ambiente angusto le brave sorelle, bisognose di tutto,
ma piene di entusiasmo e di letizia francescana, gettarono il loro seme
destinato a germogliare e a molti plicarsi all’infinito, cominciarono
a prodigarsi per i più piccini, per i bambini dell’Asilo.
Qualche anno dopo, precisamente il 6 Luglio del 1933, grazie alla generosità
dei benefattori, veniva acquistata un’ex fabbrica di tessuti in
una zona centrale, accessibile a tutti dove, fatte le dovute ristrutturazioni,
cominciarono ad affluire fiumane di bambini, ai quali, con vera maestria
e impareggiabile dedizione, veniva offerto un ambiente sano, sicuro e
formativo, un Asilo provvisto persino di una carrozza, e in seguito, di
una macchina per prelevare e riaccompagnare alle loro case i piccoli,
che abitavano lontano.
Nello stesso anno, a Navacchio, si apriva il Noviziato e, qualche anno
dopo, si incrementava l’istruzione delle giovani Suore per così
offrire alla popolazione un servizio sempre più qualificato.
In seguito però, con l’imperversare della II Guerra Mondiale,
la situazione si fece sempre più grave e, come tutti i comuni mortali,
an che le Suore furono poste a dura prova e, per sfuggire ai bombardamenti,
che mietevano vittime, dovettero lasciare Navacchio, rifugiarsi a Calci
e a Barga e affrontare le difficoltà più impensate.
Finita la guerra, la Superiora Generale, Madre Agnese Poto, che aveva
condiviso con le sue figlie disagi e privazioni e preoccupazioni di ogni
genere, volle partire per Puglia per rendersi conto della tuazione delle
varie Comunità e delle singole Suore e intraprese la sua odissea,
un viaggio lungo e disastroso e, constatato che, con l’aiuto della
Provvidenza, tutto era a posto, intonò il suo Te Deum di ringraziamento
e qualche tempo dopo fece ritorno in Toscana portando con sé diverse
probande.
Intanto la vita aveva ripreso il suo ritmo frenetico ma, non essendoci
mezzi di trasporto a sufficienza, i ragazzi per frequentare la Scuola,
dovevano percorrere in bicicletta chilometri e chilometri, e le ragazzine
spesso si esponevano a seri pericoli. Fu così che a Madre Agnese,
che ben presto fu coadiuvata dalla Professoressa Giacoma Adami, che indossato
l'abito religioso col nome di Suor M. Agostina, divenne il suo sostegno,
venne l'ispirazione di aprire proprio a Navacchio una Scuola Media.
L'idea ardua, dato che i mezzi disponibili erano insufficienti o meglio,
inesistenti, sembrava destinata a morire... ma, malgrado tutto, con l'aiuto
di Dio e di S. Antonio, la Scuola Media si aprì, ebbe i dovuto
riconoscimenti e, col passare degli anni le alunne, che diventavano sempre
più numerose, si distinsero per la loro eccellente preparazione.
Poi si aggiunsero le alunne interne: le Suore giovanissime, e le orfanelle,
che negli anni 50-70 popolarono la casa di Navacchio. Nel frattempo il
Noviziato si riempiva di giovani entusiaste per la vita religiosa, e per
la Congregazione si susseguivano gli ambiti riconoscimenti: Decreto di
Diritto Pontficio, Personalità Giuridica e Decreto di Lode...
Tutto sembrava procedere a gonfie vele quando le orfanelle cominciarono
a diminuire e per giunta, proprio accanto al nostro Istituto, veniva aperta
gratuitamente una Scuola media Statale! Fu allora che ci chiedemmo che
cosa potevamo e dovevamo fare: metterci in competizione? rinunziare all'esigua
retta mensile già insufficiente per affrontare le spese, dal momento
che fra il personale docente c’era solo una Religiosa?... Il dilemma
era difficile e doloroso, ma alla fine si convenne di cedere anche il
mantello a chi ci chiedeva la tunica e così, nell’anno scolastico
1972-73, con sommo dispiacere di chi le aveva dedicato il meglio di se
stessa, si dava l’addio alla Scuola Media!
Ma, come dopo la tempesta viene il sereno e dopo la dipartita di una persona
cara riprende la vita, così fu per Navacchio: al posto della Scuola
Media subentrò la Materna con l’allegro vocio dei più
piccoli, sempre più numerosi e, al posto delle orfanelle, fatte
le dovute ristrutturazioni richieste dalla legge, subentrò un gruppetto
di anziane che, allontanate dagli affetti più cari, ritrovarono
un clima familiare...
Attualmente nella Casa di Formazione di Navacchio, insieme alle Religiose
qualificate e impegnate nelle varie opere educative e assistenziali, insieme
ai bambini della Scuola Materna, che aumentano di giorno in giorno, e
alle signore, che trascorrono serenamente la terza età, possiamo
notare anche un gruppetto di giovani Suore indiane e africane, che si
preparano spiritualmente e culturalmente ad offrire, secondo le loro doti
e il carisma della Congregazione il meglio di se stesse al popolo di Dio.
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